La ricostruzione
Nell'876 (e non nell'897 come taluni Autori asseriscono) Vescovìo viene distrutta dai Saraceni nella loro prima scorreria. Essi, in questa prima occasione, rispettano Farfa (distrutta invece nella seconda dell'897), perché collegata con gli Spoletini ai quali essi stessi erano alleati. La Sede Episcopale venne trasferita nella Chiesa di S. Lorenzo a loffia, dove restò per pochi anni. Molto probabilmente Vescovìo aveva subito anche altre precedenti distruzioni. Nell'881 il Vescovo Amedeo, con l'aiuto del fratello Conte di Borgogna e uomo d'armi, sceso a Roma con Carlo il Grosso, riportò la Sède Episcopale a Vescovìo. Scomparso il pericolo Saraceno, il Vescovo Amedeo mise immediatamente mano alla ricostruzione della Chiesa con l'aiuto anche del Papa Landone, originario di Vescovìo, che in ricordo del padre Trano intervenne con una munifica donazione. Fu ricostruita l'abitazione del Vescovo e si tentò di rimettere in piedi anche il centro cittadino.Al presente, il Santuario è custodito e rimane aperto in continuazione per i Devoti della Madonna e i Cultori dell'arte. Negli ultimi anni, la località, sia per le mutate condizioni di vita che permettono più frequenti spostamenti, sia per le attrezzature ricettive che offre, atte a soddisfare le legittime esigenze odierne, è mèta crescente di visitatori che la scelgono come òasi di sollievo spirituale e di riposante tranquillità in una vallata aperta e si"Tenziosa".